Tradizioni romene all’inizio della primavera: il “Mărțișor”

Dal 2017, il Patrimonio Unesco si è arricchito con una tradizione, il “Mărțișor”, comune a più Paesi dell’Europa dell’Est: Romania, Bulgaria, Macedonia del Nord e Moldova, una ricorrenza che è entrata a far parte del patrimonio dell’Umanità e che,  in qualche modo, viene condivisa con il mondo intero.

Qui ci soffermeremo sulla sua declinazione in Romania. Secondo il calendario romano, il primo di marzo segnava l’inizio della primavera e di un nuovo ciclo vitale. Ma il Mărțișor ha origini bel più lontane, che risalgono a migliaia di anni fa. Molto tempo fa, si usava mettere insieme due fili di lana, attaccati ad un piccolo amuleto, che poteva essere una monetina o un altro piccolo oggetto che si metteva al collo di una giovane donna.

Al giorno d’oggi, le strade delle città sono invase dalle bancarelle che commercializzano dei piccoli oggetti artigianali (spille, ciondoli) realizzati in vari materiali e con fantasie sempre più originali. Ai due fili intrecciati, che possono essere di lana, di seta o di cotone, si attaccano dei piccoli amuleti portafortuna: quadrifogli, bucaneve, coccinelle, spazzacamini, segni zodiacali. I due fili, di colore bianco e rosso, simboleggiano la lotta fra i contrasti, come il caldo della nuova stagione che sconfigge il freddo dell’inverno, la salute contro la malattia, la gioia contro la sofferenza, essendo un augurio per la rinascita ad una nuova vita.

Il primo marzo, gli uomini regalano alle donne (fidanzate, mamme, amiche, collaboratrici), insieme ad un mazzetto di fiori, questi piccoli amuleti  a forma di spilla.  Il Mărțișor si applica di solito al bavero delle giacche, venendo poi indossato per qualche giorno, ma può essere anche conservato come portafortuna. In alcune regioni del Paese, si lega alle porte alle finestre, per proteggere gli abitanti della casa dal malocchio e dagli spiriti maligni, oppure ai rami degli alberi, come augurio di fertilità.

(foto Pixabay)

Il debutto del mese di marzo segna inoltre l’inizio di un’altra ricorrenza molto simpatica, le “Babe” (le Vecchie). Praticamente, ognuno si sceglie un giorno, dal primo al nove di marzo, che fissa come sua “Baba”. Se quel giorno c’è caldo e bello, quella persona in vecchiaia sarà simpatica e di bell’aspetto. Se invece c’è brutto e freddo, anche la persona sarà brutta e scontrosa.

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